L'ultima fermata
Quando
- 23/03/2019
- ore 21:00
Dove
- Teatro Lauro Rossi
- Piazza della Libertà
Allegato
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INGRESSO LIBERO
Regia: Lorenzo Montanini
> Costumi: Federica Centore
> Disegni: Francesco Felaco
> Organizzazione: Denise Labbate
Un progetto di sperimentazione didattica di Lingua e Letteratura Cinese di M. Cristina Pisciotta
Con:
Alessandra Artone _ Cristina Astronomo _ Rachele Bitocchi _ Michele Blasi _ Elisa Bracciotti _ Vittoria Cecchini _ Elena Cherubini _ Giulia De Vito _ Marta De Antoni _ Giulia Sofia Fabiani _ Sabrina Hu _ Denise Labbate _ Davide Lupacchini _ Caterina Marcelli _ Denise Marletta _ Carla Sophia Marozzi _ Lea Rabissi _ Valentina Prisca Rossi _ Micaela Russo _ Marco Sabatini _ Ilenia Salerno _ Debora Salvatori _ Valentina Sparta _ Noemi Tartarelli _ Pierpaolo Urrutia _ Gabriella Villani _ Riccardo Zallocco
Emerso negli anni ’80 per le sue sceneggiature teatrali, cinematografiche e televisive, direttore del Teatro Centrale Sperimentale di Pechino, LIU SHUGANG raggiunge tuttavia la più larga notorietà con L’ultima fermata (titolo originale: Un morto che va a visitare i vivi), dichiarato miglior testo teatrale del 1988 e rappresentato anche in Unione Sovietica (1988) e a Singapore (1991).
Basata su un clamoroso fatto di cronaca, la commedia, a sfondo sociale, racconta le conseguenze dell’assassinio di Ye Xiaoxiao, eroe nazionale celebrato dal regime post-maoista, in un autobus da parte di due ladri, mentre gli altri passeggeri assistono passivamente. Il morto torna sulla terra per visitare i vivi, confrontarsi con gli indifferenti passeggeri e ricontattare i suoi due migliori amici di infanzia: Tang Tiantian, la donna che egli ama, e Liu Feng, il suo rivale in amore e nel lavoro.
Ogni passeggero racconta a Ye la sua storia per giustificare il proprio comportamento indifferente e ogni storia diventa per il commediografo l’occasione per toccare alcuni problemi sociali scottanti della Cina di quegli anni, come la corruzione dei quadri del partito, la rincorsa al denaro e alla carriera, il crollo dei valori tradizionali.Celebrata dai critici come un’abile combinazione di teatro brechtiano e realismo socialista, l’opera si snoda attraverso una struttura ad episodi e attraverso l’ingegnoso uso di un coro, folla anonima da cui si distaccano, di volta in volta, i vari personaggi con le loro storie ordinarie, fatte di piccole beghe quotidiane e di meschini interessi.
In tanto grigiore, l’intervento di Xiaoxiao assume una dimensione eroica, facendo ergere il protagonista, fino ad allora uomo mediocre e artista fallito, a fulgido esempio di morale socialista.L’opera ‘aliena’ gli spettatori dagli eventi immediati connettendo il passato col presente, il morto coi vivi, gli attori col pubblico.
Nel sorprendente finale l’autore sembra suggerirci che non esistono gli esempi perfetti, ma che è il caso che gioca, nella vita di ognuno di noi, un ruolo decisivo, rendendoci di volta in volta eroi o criminali. E il caso non solo condiziona la nostra vita, ma dà anche un senso alla nostra morte.
Ci affanniamo tanto nel corso della vita a dare un significato ai nostri giorni e a costruirci un’identità, ma, giunti alla fine, ci rendiamo conto che ogni sforzo è stato vano e che la vita è solo polvere destinata a svanire...
Spegniti, spegniti breve candela! La vita é solo un’ombra che cammina:un povero attore che incede e si agita sul palcoscenico,e poi non lo si sente più: è una storia raccontata da un idiota, piena di rumori e di rabbia,che non significa niente.
W. Shakespeare, Macbeth, Atto V, Scena V